Informazione antifascista

Informazione antifascistaIl PCI, dopo analisi attenta, dà la direttiva ai suoi membri di selezionare dei compagni per un servizio informazione antifascista, con ruoli all’interno del Fascismo cittadino sia militare che amministrativo. Precisa che è un lavoro difficilissimo. Non nasconde che per chi viene scoperto c’è la fucilazione senza processo, dopo un sicuro trattamento però.

Mino Papi è ritenuto idoneo a quest’incarico, lui accetta e si arruola nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, poi, cessata questa, passa alla Guardia Nazionale Fascista.

È il capofila di altri che lo seguono in tempi differenti e cogliendo le opportunità che si presentano. I loro nomi restano segretissimi fino al termine della guerra.

Si tratta di presentarsi ogni giorno al posto di lavoro, di svolgere il proprio impegno con precisione mostrando interesse per ricevere stima, considerazione e poter così accedere a informazioni riservate, ne segue una vita privata che non dà adito ad alcun sospetto (raramente i familiari sanno). I contatti con i partigiani sono sempre con una sola persona, a tempi fissi, in luoghi definiti e nel più assoluto riserbo.

Va detto che il contributo di questi uomini è di un’importanza incalcolabile, grazie a loro molte vite sono risparmiate. Avvisano i partigiani dei rastrellamenti e delle azioni in anticipo, interpretano documenti, inviano notizie al comando CLN, comunicano la forza dei presidi.

A Ravenna il più importante è alla caserma Garibaldi che, nella media, ha 300 uomini, mitraglie Beretta, bombe a mano e anche MG tedesche (la soprannominata Sega di Hitler per la frequenza di tiro: 1200 colpi al minuto).

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