Ultimo atto: il Trattato di Pace

Trattato di PaceAlla firma del trattato di pace (Parigi 10 febbraio ‘47) le potenze Alleate ed Associate riconoscono all’Italia lo status di cobelligeranza, ma il merito non va ascritto alla Corona, bensì alla Resistenza e la provincia di Ravenna in questo ha un’importanza prima: le condizioni belliche la pongono sulla Linea Gotica ma i suoi abitanti non scelgono la passività e l’attendismo, sviluppano, invece, una presenza antagonista diffusa, rischiando moltissimo se si considera che è all’interno dell’esercito tedesco e della RSI.

4.468 sono i partigiani combattenti, 2.246 i patrioti impegnati nelle retrovie. 177 sono i caduti in combattimento e 427 per rappresaglie nazifasciste. 371 sono i feriti in combattimento e oltre 300 i deportati nei campi di concentramento. 11 partigiani vengono decorati con la medaglia d’oro al Valor Militare, 34 con la medaglia d’argento al V. M., 9 con la medaglia di bronzo al V. M., 4 con la croce di guerra al V. M.

Alla città di Ravenna va la medaglia d’oro al V. M., ad Alfonsine e Riolo Terme va rispettivamente una medaglia d’argento al V. M., a Lugo la medaglia di bronzo al V. M. e Faenza, Massa Lombarda, Fusignano sono decorate con la croce di guerra al V. M.; la bandiera di combattimento della 28° Brigata Garibaldi “Mario Gordini” è decorata di medaglia d’argento al V. M. e, come già ricordato, il comandante Bulow è decorato con la medaglia d’oro al V. M.

Nei mesi di lotta partigiana i ravennati conducono una lotta di popolo e la loro volontà trova sintesi nell’organizzazione, nell’unità delle forze antifasciste, nell’iniziativa.

Alla domanda se la Resistenza sarebbe nata lo stesso senza i giovani che la promossero, va risposto marxianamente che le mutate condizioni oggettive di una società creano e selezionano i nuovi quadri dirigenti, ma va detto che prima del 25 luglio gli uomini che professano un pensiero antagonista ci sono già e diventano un indispensabile punto di riferimento.

 

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