La circolare del CVL (Corpo Volontari della Libertà) sulla costituzione e il funzionamento dei tribunali militari partigiani, sottolinea la presunzione d’innocenza fino a sentenza. Insiste sulle parti che il processo deve sempre avere: accusa, difesa, giudice imparziale. Dice anche che le sentenze, in tempo di guerra, sono inappellabili e vanno immediatamente eseguite.
Applicare queste regole diventa difficile nella clandestinità, ma dove si può i tribunali vengono istituiti. È il caso del distaccamento Terzo Lori, ben protetto dalle acque intorno all’isola degli Spinaroni dove ha quartiere e dove, ai primi di settembre, viene emessa sentenza su due brigatisti neri fatti prigionieri.
L’accusa, dopo aver elencato i reati dei quali i due si sono resi responsabili, ne chiede la condanna a morte, mentre la difesa cerca di giustificare le azioni commesse in considerazione del periodo bellico. La sentenza considera che le violenze contro la popolazione inerme non sono mai giustificabili, ed è di condanna alla fucilazione che viene eseguita immediatamente.
L’impegno nella costruzione di queste azioni di legalità diventa, indirettamente ma in modo significativo, un’educazione per quei partigiani con pochi mezzi culturali, o che addirittura sanno appena scrivere, o che non hanno nemmeno una minima idea di che cosa sono le garanzie democratiche.
Intanto tedeschi e fascisti continuano a seminare vittime: viene uccisa un’intera famiglia a Lugo, gli Orsini, mentre sulla strada muoiono Giuseppe Fiammenghi e Ivo Calderoni.