Comunicazione sui referendum al Comitato Nazionale del 1° marzo 2025
di Betti Leone
Nel precedente Comitato Nazionale del 24 Gennaio abbiamo valutato positivamente il sostegno dell’ANPI alla campagna referendaria riguardante i quesiti sul lavoro e sulla cittadinanza agli stranieri. Qui espongo più dettagliatamente le ragioni del nostro sostegno.
Il primo quesito riguarda l’obbligo di reintegro al posto di lavoro per i lavoratori licenziati illegittimamente anche per quelli assunti dopo il 2015 che oggi avrebbero diritto solo ad un indennizzo.
Il secondo quesito riguarda l’abolizione del tetto di 6 mesi di retribuzione per l’indennizzo dovuto a lavoratori illegittimamente licenziati da aziende con meno di 15 dipendenti, rinviando al giudice la valutazione dell’equo indennizzo.(Oggi non è il numero dei dipendenti che definisce la capacità economica di un’azienda)
Il terzo quesito riguarda la limitazione dell’uso dei contratti a termine secondo causali previste dai contratti.
Il quarto quesito riguarda la responsabilità solidale tra committenti, ditta appaltante e subappaltante per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro (è noto che la maggior parte degli infortuni avviene nelle ditte subappaltanti).
I quattro quesiti riguardano il diritto al lavoro sancito dalla Costituzione (art.4), il dovere della Repubblica di tutelare il lavoro in tutte le sue forme (art. 35), il diritto del lavoratore ad un’equa retribuzione (art.36),il diritto alla salute (art.32)
Infine il referendum sulla cittadinanza propone di dimezzare da dieci a cinque anni il periodo di residenza legale in Italia per ottenere la cittadinanza Italiana, ripristinando un requisito già presente nel nostro ordinamento fino al 1992.
Anche qui è evidente il legame con il dettato Costituzionale che nell’art.2 recita: “la Repubblica riconosce i diritti inviolabili dell’uomo […]”; ma la fruizione dei diritti dipende dalla cittadinanza.
Dunque il merito dei referendum è coerente con la nostra missione di difesa e attuazione della Costituzione e per questo motivo vanno sostenuti dalla nostra organizzazione.
Inoltre il referendum è uno strumento di democrazia diretta che permette ai cittadini di esprimere la loro scelta rispetto a questioni che riguardano la concretezza della propria vita. Non c’è dubbio che la sicurezza e la dignità del lavoro condizionano fortemente la qualità della vita delle persone, ed in particolare dei giovani, che soffrono le conseguenze di una precarietà del lavoro senza precedenti.
Soprattutto in questo momento storico e politico in cui la democrazia rappresentativa è in crisi bisogna esercitare la democrazia diretta e ristabilire la relazione tra partecipazione e rappresentanza.
L’ANPI non è tra i promotori di questi referendum anche se ne abbiamo sottoscritto la richiesta e in molti luoghi abbiamo partecipato alla raccolta delle firme, per questo motivo non saremo nel comitato promotore nazionale, ma parteciperemo ai comitati di sostegno territoriali a tutti i livelli, comunali, provinciali, regionali e ci impegneremo attivamente nella campagna referendaria a partire da una nostra iniziativa Nazionale da tenersi alla fine di Marzo.
Infine ricordo che nelle nostre iniziative non dobbiamo dimenticare la questione dell’autonomia differenziata sulla quale Calderoli è intenzionato a procedere nonostante la sentenza della Corte Costituzionale abbia bocciato la sua legge dichiarandone incostituzionali gli articoli principali.