Ha ancora senso oggi celebrare la Festa della donna?
Sì, in questo mondo globalizzato ha senso portare alla ribalta la condizione femminile in Italia ma anche a livello internazionale.
Non possiamo ignorare quello che accade a tante donne nel resto del mondo: in molti Stati si praticano le mutilazioni genitali femminili sulle bambine, viene loro negata la propria sessualità e si mette a rischio la loro salute.
In tanti Paesi alle donne vengono negati i più elementari diritti umani e civili. L’integralismo impedisce alle donne di avere accesso allo studio tenendole in una situazione di analfabetismo oltre che in una condizione di soggezione psicologica, culturale e civile. Ci sono ancora paesi in cui alle donne viene impedito di guidare, di avere la patente, paesi dove non ci sono quelli che per noi sono normali diritti civili, come ad esempio il divorzio. Ancora oggi tante donne vengono lapidate pubblicamente in piazza se hanno avuto una relazione extraconiugale o anche solo se sono sospettate di questo.
Ma le battaglie per la parificazione si devono fare insieme uomini e donne, altrimenti non si raggiungerà mai lo stesso livello di uguaglianza. E’ una battaglia culturale e di civiltà.