Nenni Pietro

di Giuseppe e i Angela Castellari

Nato a Faenza il 9 febbraio 1891

Uomo politico-giornalista, Socialista

Pietro_NenniCresciuto in un orfanotrofio, frequenta una scuola tecnica e, al termine degli studi, si impiega in una fabbrica di ceramiche quale scrivano. A 17 anni entra a far parte del Partito Repubblicano.

Successivamente lo si trova presso la Società Umanitaria di Milano e nel 1909 è a Carrara quale sostenitore di E. Chiesa in vista delle elezioni.
Torna in Romagna, a Forlì, dove nel 1910 diventa segretario di una Cooperativa Braccianti controllata dai repubblicani. Nel 1911 è tra i promotori, tra gli altri con Benito Mussolini, dello sciopero generale di protesta contro la guerra libica. Dopo aver subito alcuni mesi di carcere, nel 1913 passa nelle Marche, dove continua ad operare come propagandista schierato con la sinistra del Partito Repubblicano.

Nel 1914 Nenni è tra i maggiori sostenitori della lotta conosciuta come “La settimana rossa”, tanto da essere di nuovo arrestato. Poichè il PRI è favorevole alla guerra scrive dal 20 gennaio 1915 sul “Popolo d’Italia” articoli in favore dell’intervento.

Allo scoppio del conflitto fa un anno di trincea. Nel 1916 è direttore de “Il giornale del mattino” di Bologna: adotta una linea decisamente antisocialista, che perdura fino alla prima metà del 1919. Nel tempo il suo repubblicanesimo gli va sempre più stretto: si apre per lui un periodo di crisi e di ricerca di una collocazione politica che sono causa di sbandate quale l’adesione al primo Fascio di Combattimento di Bologna, la condanna dello sciopero internazionale del 20-21 luglio del 1919, le espressioni di simpatia nei confronti del riformismo popolare di Massarenti, la solidarietà ai lavoratori di Molinella.

Caucaso e lo squadrismo incipiente, lo portano ad assumere posizioni sempre più in contrasto con quelle di Mussolini.

Nel 1921 lascia il PRI e si avvicina sempre più al PSI. Nello stesso anno inviato a Parigi da Giacinto Menotti Serrati come corrispondente dell’”Avanti!”, aderisce al PSI. Nel 1922 Nenni assume una posizione contraria ad una fusione col PC d’I, in contrasto con le intenzioni dei dirigenti socialisti a Mosca. Al Congresso Nazionale Straordinario del PSI del 15-17 aprile 1923 prevale la linea autonomista contraria alla fusione. In quel Congresso Nenni persegue la linea dell’unificazione dei socialismi contrapposti che rimarrà minoritaria fino al Congresso di Parigi del 1930.
Dopo l’assassinio di Matteotti, Nenni appoggia la linea “aventiniana” sostenendo che solo un blocco democraticoborghese e socialista può costituire il più valido ostacolo al fascismo. Alla fine del 1925 Pietro
Nenni è costretto a lasciare la direzione de L’Avanti!”.

In Francia nel 1930 è l’artefice dell’unificazione di riformisti e massimalisti e, nel 1934, uno dei promotori del patto di unità d’azione con i comunisti, necessità originata dal fatto di dover arginare il fascismo dilagante in gran parte dell’Europa.

Nel 1936 Pietro Nenni è in Spagna, nella sua veste di segretario dell’unico partito socialista che appoggia direttamente e concretamente il Governo legittimo della Repubblica spagnola e quale delegato dell’Internazionale Socialista.

È membro del Comitato di Difesa di Madrid e fa parte delle Brigate internazionali con il grado di Commissario Politico di Divisione, presente un po’ su tutti i fronti, ma la sua sede di riferimento
è la cittadina di Albacete, in cui si trova la Caserma principale delle Brigate Internazionali.

Preferisce dividere i pericoli della guerra con i volontari italiani del Battaglione “Garibaldi” prima, e della Brigata omonima poi. Con loro è nella battaglia del Jarama, nel settore di Arganda.
Sul fronte di Huesca, dove rimane leggermente Carlo e Nello Rosselli. Per partecipare ai loro funerali con Emilio Lussu si reca a Parigi.

Presente sui vari fronti spagnoli, alterna visite in vari paesi per svolgere conferenze a sostegno della lotta del popolo spagnolo. Quando lascia la Spagna rientra in Francia. Dopo l’inizio della seconda guerra mondiale e l’occupazione nazista della Francia è arrestato dai tedeschi che lo deportano in Germania. Il 5 aprile 1943 è tradotto in Italia e confinato nell’isola di Ponza.

Il 5 agosto 1943 ottiene di nuovo la libertà. Si porta nell’Italia liberata. Viene nominato segretario del PSI e direttore de ”L’Avanti!”.

Dopo la Liberazione fa parte di governi presieduti da Alcide De Gasperi. Deputato alla Costituente, lo è pure in tutte le legislature fino alla sua scomparsa avvenuta in Roma il 1° gennaio 1980.

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.