Salvini ha fatto la sua “calata su Roma”. Non proprio una marcia – anche se la presenza dell’estrema destra neofascista di “Casa Pound” solleva ricordi inquietanti – ma la sua auto proclamazione come capo nazionale di una destra populista, antieuropea, xenofoba.
È il risultato inevitabile del declino di Berlusconi, di chi ha saputo tenere insieme per venti anni le anime diversissime dello schieramento moderato-conservatore-populista sotto una parvenza “liberale”.
Ora, l’affermarsi di Salvini come capo della Lega e dell’estrema destra crea preoccupazione, deve creare preoccupazione.
Deve essere chiara una cosa, però: oltre alla sacrosanta difesa di valori della Democrazia, della Costituzione, dell’Antifascismo, il modo vero di sconfiggere questi è sottrargli la materia di cui si alimenta: la paura, la preoccupazione del futuro, la disperazione. Dare alla gente una prospettiva, questo è l’obiettivo di ogni forza che voglia proporsi di sconfiggere Salvini.