Il 17 dicembre 2014 avviene qualcosa di sensazionale. A poche ore di distanza l’uno dall’altro, i capi di stato di Cuba e Usa, sorprendono il mondo dichiarando di voler instaurare pacifici rapporti diplomatici. Al discorso di Raul Castro ha fatto seguito quello di Barack Obama e improvvisamente quell’odio e quella paura che si erano scatenati nel corso del 1961 sembrano svaniti. Un ruolo vitale in questo riavvicinamento è stato giocato da papa Francesco e dal governo canadese che sono riusciti nell’impresa di mediare un accordo fra le parti. Una distensione nei rapporti tra i due paesi che mancava da oltre cinquant’anni.
Nel gennaio 1959 Fidel Castro ha rovesciato la dittatura di Fulgencio Batista ed ha instaurato il suo regime. La nuova forza cubana è vicina al comunismo ed anzi riceve numerosi rifornimenti militari dall’Urss. Gli Stati Uniti temono che il potere sovietico si insinui così vicino alle sue coste e tenta di rovesciare il regime di Castro. Tra il 17 e il 19 aprile 1961 così gli Usa attaccano Cuba, sbarcando alla Baia dei Porci. L’operazione, però, si risolve in un completo fallimento: gli americani perdono molti uomini e qualche nave da guerra.
Un grave colpo per il neopresidente Kennedy che viene attaccato dall’opinione pubblica. Tuttavia la vicenda non si conclude qui. L’anno seguente nuove nubi si addensano sull’oceano Atlantico. Per proteggere Cuba da un eventuale nuovo attacco americano, il presidente sovietico Chruscev acconsente ad installare missili nucleari nell’isola comandata da Fidel Castro. Il 14 ottobre 1962 gli Stati Uniti scoprono la manovra e decidono di confrontarsi con l’Urss creando un blocco navale attorno a Cuba. Il 15 ottobre si apre così una crisi lunga tredici giorni, durante i quali il mondo teme lo scatenarsi di una nuova guerra mondiale. Kennedy e Chruscev si studiano, si confrontano ed alla fine il presidente sovietico decide di ritirare i missili.
Anche se la guerra è scongiurata, la situazione tra Cuba e Usa rimane preoccupante e tesa. I due paesi, così vicini geograficamente, rimangono distanti diplomaticamente. E per cinquant’anni restano nemici dichiarati.
Con questo breve riepilogo forse si riesce a capire l’importanza degli avvenimenti di questo dicembre. Le nubi, cariche di odio, timore e pericolo, sembrano finalmente spazzate via e i due paesi potranno forse giungere a rapporti amichevoli nel corso dei prossimi anni. Se dovessero riuscirci, Cuba, Usa e tutti i paesi e popoli della terra potrebbero trarne un grande vantaggio.
Una lezione di libertà e fratellanza globale.