Crainz “I sovranisti usano il passato per cercare una rivincita”

La Repubblica, 11 febbraio 2020

ROMA — «Sul tema delle foibe sembra di essere tornati al clima infiammato del passato. Un passo indietro che non è giustificabile».

Nato in Friuli Venezia Giulia, Guido Crainz conosce bene quegli accadimenti storici, non solo perché li ha studiati ma anche perché fanno parte del paesaggio memoriale in cui è cresciuto.

Quest’anno la destra si è presentata all’appuntamento sulle foibe con toni molto agguerriti: come se si volessero riproporre vecchie polemiche superate.

«Sì, con un atteggiamento divisivo, che ignora gli enormi progressi compiuti in questi anni. Il momento più alto di questo processo, dieci anni fa, fu lo storico incontro del presidente Giorgio Napolitano con i suoi colleghi sloveno e croato: insieme resero omaggio al monumento dedicato all’esodo provocato dai comunisti titini e alla casa del popolo slovena incendiata dai fascisti nel 1920. Due simboli delle tragedie subite dalle diverse comunità»

E oggi invece cosa accade?

«Mi colpisce il programma del comune di Trieste, che include due incontri significativi: il primo sul “fasullo vittimismo” degli sloveni dai tempi di Cecco Beppe; il secondo attribuisce ai terroristi jugoslavi l’incendio dell’Hotel Balkan, mentre è accertato che si trattò di un’aggressione fascista»

Si vuole riscrivere la storia

«Ed è inspiegabile dopo lo straordinario lavoro fatto negli anni Novanta dalla commissione di storici italo-slovena: nessun popolo è stato solo vittima o solo carnefice. Da tempo la storiografia di sinistra ha smesso di giustificare le foibe con la ferocia del fascismo contro gli sloveni e i croati e con l’occupazione nazifascista di quelle terre. Ma è indubbio che quella ferocia vi sia stata, mentre oggi la destra sembra volere cancellarla dal quadro. Non è un’operazione molto diversa da quella che fa Orbán in Ungheria quando presenta il proprio paese unicamente come vittima delle altre nazioni: è implicita la ricerca di una rivincita»

Si usa il passato per contrapporsi agli altri popoli?

«Di fatto sì. Anche per questo non è sbagliato parlare di una destra sovranista».
Il sindaco di Trieste Di Piazza – che guida un’amministrazione di centrodestra – ha usato per le foibe la parola Olocausto.
«E dispiace che anche la presidente del Senato Casellati le abbia definite un genocidio. Non è possibile chiamare genocidio le uccisioni pur feroci compiute allora dai comunisti di Tito. Le parole sono importanti»

Il fatto singolare di questa destra è che si infiamma per vicende di 75 anni fa – la cui gravità è stata da tempo riconosciuta anche a sinistra – e si ostina a ignorare le svastiche sulle case dei deportati o gli episodi di quotidiano razzismo

«Sì, la destra ignora il clima d’odio di oggi ma non mi meraviglia questa insensibilità in chi nega la persecuzione antislovena e anticroata del fascismo. Temo che in molti non abbiano idea di cosa sia stato l’Olocausto. O forse non si vuole avere l’idea di cosa sia stato»

Il presidente Mattarella ha definito le foibe una sciagura nazionale alla quale gli italiani non attribuirono il giusto rilievo

«Questo è indiscutibile. Nel dopoguerra ci fu un lungo silenzio, sia da parte della sinistra che non aveva convenienza a tirare fuori quegli orrori sia da parte dei governanti democristiani che volevano avere buoni rapporti con Tito dopo la rottura con Stalin. Ma la prima ricerca sull’esodo uscì nel 1980 e fu opera dell’istituto storico della Resistenza di Trieste. E negli anni Novanta c’è stata una fioritura di saggi da parte della storiografia antifascista»

Quali sono le conseguenze di questa nuova guerra memoriale?

«Un’Europa sempre più lontana. Non possiamo costruire l’Europa se non accogliamo le ferite di tutti».

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