Commemorazione del 76° anniversario dell’eccidio di Santo Stefano in Zerfognano

Sabato 26 settembre 2020, ore 10.00

c/o Cimitero di Santo Stefano in Zerfognano

Via valletta – Brisighella

Commemorazione del 76° anniversario dell’eccidio di Santo Stefano

La presente per porgere formale invito alla commemorazione in oggetto che si svolgerà alle ore 10 del giorno Sabato 26 settembre 2020 presso l’area di accesso all’omonimo cimitero sulla cui cinta muraria esterna poggia la lapide commemorativa dell’eccidio del 25 settembre 1944 di cui furono vittime innocenti i nostri concittadini: Bellini Domenico, Conti Paolo, Gonelli Mario, Mordini Silvio e Zauli Domenico.

Nella ripresa di questa cerimonia, avviatasi nel 2016, l’ANPI così ricostruiva il contesto storico e sociale in cui maturò la strage di allora:

Già dal 1940, anche in montagna, anche nelle nostre modeste valli, ha inizio quel fenomeno conosciuto come “il silenzioso sabotaggio” dei contadini al fascismo, attraverso il nascondimento, più o meno organizzato e sistematico, dei raccolti agli ammassi imposti dal regime. Rientrano a casa i primi reduci e feriti; i loro racconti sul reale andamento delle cose contribuiscono ad aumentare scetticismo, stanchezza, disillusione aggravati dal concreto peggioramento delle condizioni della vita quotidiana … il 1943 è l’anno del disincanto … dal 1944 in poi la guerra sarà sempre più vicino, dietro e dentro casa. Prima sarà guerra di occupazione nazifascista a cui seguirà, con l’avanzata del fronte degli Alleati e con l’organizzazione delle forze partigiane, la guerra che tutti conosciamo come Lotta di Liberazione.”
Anche dopo il gravissimo oltraggio alla lapide, operato da vili ignoti 2 anni fa, l’ANPI così ribadiva alla presenza dei numerosi familiari, conoscenti, cittadini liberamente intervenuti:
“Cinque vittime travolte da vicende cieche e feroci, come sono cieche e feroci tutte le azioni di guerra che ieri e ancor più oggi mietono vite di persone inermi che hanno la sola colpa di essere nel luogo e nel momento sbagliato della storia.
È doveroso farne memoria anzitutto per l’onore e il rispetto che loro dobbiamo, ancor più dopo troppi anni passati sottotraccia e coi ricordi relegati alla sola cerchia dei familiari.
È doveroso anche perché quella realtà vissuta è – e non può non essere – parte viva della nostra identità presente, poiché “Essere è non dimenticare”, come dice il poeta (Mario Luzi).
È doveroso infine tornare su questi luoghi veri, sulle tracce della realtà vissuta in quel modo e, in quel tempo, perché dobbiamo ascoltare cosa incessantemente vogliono dirci e ammonirci ora e sempre”.

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