Borghi Armando

di Domenico e Ortolani Antonia

Nato a Castel Bolognese il 6 aprile 1882, Giornalista-sindacalista, Anarchico

Borghi_ArmandoDi famiglia di tradizioni repubblicane, nel 1908 si trasferisce a Bologna e qui, lavorando come garzone, riesce a seguire alcuni corsi universitari. Contemporaneamente inizia la sua attività di propagandista anarchico. Le sue posizioni personali sul regicidio del 29 luglio del 1900 pongono Armando nella condizione di dover tornare a Castel Bolognese. Nel luglio del 1902 è arrestato per la prima volta insieme a Mammolo Zamboni, padre del martire antifascista Anteo, trucidato dai fascisti a Bologna nel 1926. Nel corso dello sciopero generale del 1904 Borghi evidenzia una maturità raggiunta unitamente ad indubbie capacità organizzative. Nel 1905 vive un anno in cui è un continuo susseguirsi di incarcerazioni, scarcerazioni ed evasioni. Nel giugno dell’anno successivo diventa Direttore del periodico “Aurora” di Ravenna. La commemorazione di Gaetano Bresci su questo foglio è causa nel novembre del 1906 di un suo nuovo arresto. Rimesso in libertà, ritorna a Bologna nel 1907. Nella città felsinea viene nominato segretario del Sindacato Provinciale degli edili, autonomo rispetto a tutte le organizzazioni sindacali nazionali. La contemporanea direzione di una casa editrice gli causano altri mesi di carcere. Nel 1911 un numero dedicato all’anarchico Masetti, contrario all’incombente guerra di Libia, costringe il nostro anarchico a riparare in Francia. Qui incontra e conosce l’antico comunardo Amilcare Cipriani. Solo nel dicembre 1912, in seguito ad un’amnistia, gli è permesso di rientrare in Italia. Nello stesso anno è stata fondata l’U.S.I. (Unione Sindacale Italiana), il sindacato cui gli anarchici aderiscono solo dopo che il fondatore Alceste De Ambris si è schierato con gli interventisti. Lo sostituisce in segreteria proprio Armando Borghi. Con lo scoppio della “grande guerra” Borghi accentua la sua azione antimilitarista e nella sua qualità di segretario generale dell’ U.S.I . invita i lavoratori a “tenersi pronti a trasformare l’odiosa guerra tra le nazioni nella liberatrice guerra civile “ Il nostro dirigente anarchico si adopera per far nascere un giornale per il sindacato che dirige e che vuol titolare “Guerra di Classe”: un nuovo arresto e l’internamento all’Impruneta (FI) glielo impediscono. Dopo la fine del conflitto Borghi torna a Bologna e si attiva per riorganizzare l’U.S.I., la cui struttura operativa è stata fortemente intaccata in seguito alla guerra. Il Congresso dell’U.S.I., tenutosi a Parma nel dicembre del 1919, riconferma Borghi segretario generale. Nel 1920 si trasferisce a Milano, dove collabora ad “Umanità Nova”. Nell’aprile del 1920 si costituisce a Firenze l’U.A.I.(Unione Anarchica Italiana); nel luglio l’U.S.I. invia Borghi in Russia quale suo rappresentante al congresso dell’Internazionale Sindacale. Ha colloqui con Zinoviev e Lenin, ma rifiuta lo statuto dell’Internazionale Sindacale. Al suo ritorno in Italia trova al suo massimo il movimento di occupazione delle fabbriche. Un suo rifiuto ad incontrare rappresentanti del governo lo porta all’arresto ed alla carcerazione in San Vittore, insieme ad Errico Malatesta. Nel febbraio del 1922 è tra i fondatori dell’Alleanza del Lavoro. Continua a vivere a Milano anche dopo l’avvento del fascismo. Nel 1923 si reca a Berlino per un convegno dell’Internazionale Anarchica, poi si sposta in Francia, a Parigi, e vi resta fino all’ottobre 1926, quando si trasferisce negli Stati Uniti d’America per tenere un ciclo di conferenze. In realtà vi rimane sino alla fine della seconda guerra mondiale, salvo la parentesi della sua venuta in Spagna nel corso della guerra civile. Per le sue posizioni politiche che lo espongono a notevoli rischi, Armando preferisce non partecipare direttamente ai combattimenti. Comunque secondo le spie fasciste presenti in numero nutrito tra le file degli antifascisti italiani in Spagna, Borghi, munito di un lasciapassare, è presente in Barcellona dal 3 aprile e il 13 maggio 1937. Arruolato e combattente delle Brigate Internazionali è invece il figlio Comunardo. Nel dopoguerra Borghi continua la sua militanza politica anarchica, ricoprendo incarichi di responsabilità. Muore a Roma il 21 aprile 1968.

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