Il movimento partigiano resta profondamente colpito perché, improvvisamente e senza che alcuna notizia sia trapelata, tedeschi e fascisti fanno una retata nelle località Piangipane, Santerno, Mezzano (è il 22 giugno) dove vengono sorpresi Caruso Balella, Francesco Casadio, Nello Buzzi, Francesco Drei, Enrico Donati, Aristide Santini, Pietro Bartoletti e uccisi immediatamente; mentre Colombo Lolli, Francesco Mezzoli, Emilio Ravaioli, Francesco Tarroni, Giovanni Tasselli, Nello Agusani, Domenico Babini vengono trasportati a Forlì e fucilati qualche giorno dopo. Ma non solo, a Ravenna, appena in periferia, località Bosco Baronio, la Brigata Nera preleva dalle proprie case Pietro Gaudenzi, Guido Lolli e Leonardo Zirardini che viene subito ucciso, mentre Gaudenzi è ferito gravemente ma si salva, e Lolli scappa nella notte attraverso i campi.
Il CLN resta sorpreso: nessuna segnalazione era arrivata e la domanda che si pone è se ci sono degli informatori tra la gente.
La cosa preoccupa molto. Ma c’è pure un’altra ipotesi, ed è quella di una recrudescenza del Fascismo nei confronti di chi è stato schedato come oppositore del Regime negli anni passati. Insomma, senza alcuna prova, possono essere colpite delle persone solamente per un atteggiamento di critica manifestato prima della guerra. Questa seconda idea preannuncia un inasprimento della repressione e del terrore.
È certamente utile una ridefinizione della lotta partigiana, una nuova organizzazione territoriale, il CUMER (Comando Unico Militare Emilia Romagna) pare una prima risposta