Gino Gatta nasce a Campiano il 10 ottobre del 1909. Figlio di braccianti agricoli, il giovane Gino decide ben presto di andare in città ad imparare un mestiere. Così viene assunto come garzone dal barbiere di via Ravegnana e quella bottega diviene presto un ritrovo abituale per molti antifascisti ravennati.
Nell’ottobre del 1932 “Zalet”, soprannome attribuitogli per il colore vagamente giallognolo della carnagione, è arrestato insieme ad altri oppositori del regime. La sua accusa è di aver distribuito volantini considerati sovversivi. A gennaio è libero, ma sotto il costante controllo dell’autorità fascista che lo ha schedato come comunista.
A causa del clima autoritario e delle minacce ricevute dai fascisti, Gino Gatta decide di partire; si dirige perciò in Francia, con l’obiettivo di raggiungere poi la Spagna dove le Brigate Internazionali stanno preparando la lotta contro i nazionalisti di Franco. Tuttavia il viaggio di “Zalet” si ferma in Francia dove viene arrestato dalle autorità. Dal 24 settembre al 27 ottobre 1937, rimane in carcere a Nizza. Una volta libero decide di tornare a Ravenna diventando membro attivo del Partito Comunista clandestino.
Trascorrono gli anni e con essi i tristi eventi della guerra fino alla proclamazione dell’armistizio, Gino Gatta diventa così, insieme ad Arrigo Boldrini, Mario Gordini ed altri, uno dei principali animatori della Resistenza ravennate. Durante la lotta ricopre il ruolo di comandante provinciale delle Sap (Squadre di azione patriottica) e successivamente commissario politico della 28^ Brigata Garibaldi “Mario Gordini”.
Al termine della guerra Ravenna è ridotta ad un ammasso di macerie. Inizia così il lento processo di ricostruzione del Paese. Ben presto si deve anche tornare alle elezioni. Il sindaco in carica, Riccardo Campagnoni, è stato eletto infatti dal Comitato di Liberazione locale, ma ora è tempo che siano tutti i cittadini a votare. Per il Pci la scelta del candidato sindaco non è facile. In un primo momento si pensa a Boldrini, ma il suo nome viene poi proposto per l’Assemblea Costituente. Così viene fatto il nome di Gatta.
Nella primavera del 1946, per le strade di Ravenna si moltiplicano gli slogan elettorali e fra i tanti compare «Zalét, e’ sindac d’i purétt». Dalla lista unica composta da Pci, Psiup (socialisti) e Pda (Partito d’Azione) viene eletto il nuovo sindaco Gino Gatta. Rimane in carica fino al 1950 quando diventa vicepresidente della Provincia
Nel 1956 esce definitivamente dalla politica e si ritira nella pineta di Classe fino al giorno della sua morte, il 24 luglio 1972.
Il 21 novembre 1983, quasi quarant’anni dopo la fine della guerra, Gino Gatta è insignito della medaglia d’argento al valor militare per il suo contributo alla lotta partigiana.
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