17 luglio 1936: inizia la guerra civile spagnola

Francisco FrancoIl 16 febbraio 1936 si tengono in Spagna le elezioni parlamentari. In un panorama internazionale dominato dai governi conservatori e dalle dittature nazifasciste, nella penisola iberica vince il Fronte popolare, una coalizione di sinistra che ottiene così la guida della giovane Repubblica spagnola. Si spera che la vittoria del Fronte dia una nuova linfa vitale ai progetti riformisti che, fino a quel momento, avevano zoppicato.

Tuttavia ad alcuni ambienti questa nuova direzione dello Stato non piace, si teme una degenerazione verso il modello comunista sovietico, ed è per evitare questo che tra i conservatori e sopratutto nell’esercito si accende un moto di cospirazione. Nella primavera del 1936 hanno luogo diversi scontri armati tra le organizzazioni politico-sindacali e la Falange, un movimento di netta ispirazione fascista. Il 10 marzo una squadriglia attenta alla vita del deputato socialista Luìs Jiménez de Asùa, mentre pochi giorni dopo è preso di mira Gargo Caballero.

La situazione rimane molto tesa fino all’estate, quando le divisioni spagnole scoppiano definitivamente. Il 12 luglio 1936 viene assassinato il tenente José Castillo, reo di nutrire simpatie comuniste e di aver provocato la morte di un falangista. La notte seguente, i compagni del militare sequestrano e uccidono Calvo Sotelo, politico di destra ed ex ministro.

aidez-l-espagne-help-spainNella notte tra 17 e 18 luglio le truppe spagnole di stanza in Marocco si mettono in movimento: è l’inizio della guerra civile. Il Golpe è diretto da vari generali dell’esercito, fra cui Emilio Mola, José Sanjurjo, Gonzalo Queipo de Llano e naturalmente Francisco Franco.

La sommossa si svolge in maniera disordinata: mentre una grande armata si sposta dall’Africa settentrionale verso la penisola iberica, nelle varie regioni spagnole la situazione è frastagliata. In alcune zone, come la Galizia e la Navarra, i golpisti sono ampiamente appoggiati, invece in Catalogna, nel Levante e a Madrid l’autorità repubblicana riesce a mantenere l’ordine. Il colpo di Stato che in pochi giorni doveva abbattere il governo non funziona e la Spagna si ritrova divisa fra due poteri contrapposti diffusi a macchia di leopardo.

L’incapacità di entrambe le parti di prendere il sopravvento causa il successivo intervento delle potenze estere. Per i nazionalisti di Franco si muovono subito Italia e Germania che forniscono aerei, armi e truppe. I repubblicani trovano un sostegno dell’Urss che però invia solo aiuti umanitari, mentre Francia e Gran Bretagna rimangono neutrali.

Questo conflitto segnerà la Spagna per i successivi tre anni, causando ferite di inenarrabile ferocia. È un’anticamera della seconda guerra mondiale, con battaglie in trincea, fucilazioni sommarie e bombardamenti aerei. Il nazifascismo dà ai franchisti un appoggio molto pesante, facendo pendere la bilancia a loro favore. Nelle prime settimane di combattimento, la ferocia della Falange si fa subito sentire: nelle zone occupate dai golpisti sono giustiziate oltre cinquantamila persone, fra cui il poeta Federico Garcìa Lorca (19 agosto 1936).

GuernicaTuttavia la Repubblica non viene lasciata sola. In seguito allo scoppio della guerra civile, in tutto il mondo uomini e donne si incontrano e decidono di darsi da fare. Insieme daranno vita alle Brigate Internazionali, un movimento di volontari provenienti da tutti i continenti per difendere la Repubblica spagnola dal il fascismo. Anche in questo caso la guerra di Spagna anticipa i tempi: rappresenta la prima vera battaglia antifascista. La prima Resistenza.

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